Provo a spiegarmi.
Quando andiamo a scuola ci chiamano per cognome.
Quando ci fermano i carabinieri ci chiamano per cognome.
Quando abbiamo a che fare con milanesi e simili addirittura al nostro nome di battesimo viene aggiunto l'articolo come se fossimo delle pessime suppellettili in pelle umana (il Dani, la Chiara, la Giorgia, il Roberto...).
Quando saremo personcine importanti addirittura metteran l'articolo davanti al cognome (il Foscolo, il Manzoni, il Pascoli...il Turi).
Quando invece abbiam a che fare con gli affetti (famiglia, amici, amori) entrano in ballo i diminutivi e, soprattutto, i vezzeggiativi.
Tipico dei fidanzamenti, infatti, è l'annullamento totale del nome di persona a favore di squallide denominazioni quali "tesoro", "amore", "gioia" (quando siamo fortunati) piuttosto che "topo", "topone", "coniglietta", "micina", "piccolina", "patata", "ciccino", "cucciolo", "polpettina" et cetera.
Usando il mio nome (Danilo) come esempio (anche se per mia fortuna non ho ricevuto il sacramento del battesimo) si otteranno le seguenti soluzioni:
per i compaesani amici sarà "Danì", per le amiche "Dani", per i calabresi "Dà", per i temerari della linguistica "Danny" e per i vitelloni addirittura "Danilone".
Lo stesso vale naturalmente per i più svariati nomi ("Robertino", "Marione", "Annina" et cetera).
A questo punto mi chiedo: ma Gesù Cristo da bambino lo chiamavano "Gesuino" per farlo sentire amato?
E soprattutto: avete mai pensato che "Gesuino" altro non è che un vezzeggiativo di "Porco Dio"?
I vezzeggiativi ci preparano all'età adulta.