venerdì 23 novembre 2007

Il Diario di Vito - Parte Seconda


































Caro diario questa mattina come tutte le mattine mi sono svegliato alle sei e mezza perchè è così da quando lavoravo fuori con mio nonno. Subito ho visto mia moglie Marisa che si accostava come una paiorda. Io mi ero sognato a anna falqui e dato che nonostante la vecchiaia l'ho tenevo tosto allora mi ho fatto coraggio e ho penzato che glielo potevo appoggiare senza tanti penzieri. Solo io ho detto che se dovevamo fare almeno doveva bbuttare lo sputo a valle perchè a me non mi piace parlare mentre si fanno certe cose che io sono un tipo discreto.
Dopo che ho finito di intravettare con Marisa mi ha preso all'antrasatta e mi ha detto " pare che Rosanna mi sembra un po' ingrassata!?"
Io ho fatto un rigliutto per digerire il timballo della sera prima e ho penzato che per forza che era ingrassata , quella mia figlia non si abbotta mai e pensa sempre a incafonare.
Ma Marisa mi ha detto che non avevo capito che la mia Rosanna era stata schiaffata pregna.
Io ho ho avuto un tremolizzo e ho subito penzato che mi stava venendo una cotolata.
Subbito sono andato in bagno, penzavo che mi ero zelato, invece no.
Allora sono andato in cucina, mi sono bevuto un bel bicchierino di vino e dopo mi sono mangiato un po' di citrato, che oltre allo sciocco di mia figlia, dovevo pure alleggerire il timballo della sera prima (erano due giorni che non scaricavo).
Allora ho deciso di sedermi nella stanza della puttana (Rosanna, mia figlia) al buio e aspettare che tornava dalla fatica.
Erano le 12 meno un quarto, mi sono fatto portare il panino con la frittata di pasta da Marisa e me lo sono ignotticato sano sano stesso nella stanza sua; poi ho allendato e, siccome che il porco si sciala nella sua feta, mi sono appoggiato 5 minuti (penzando che notte faceva e cola non veniva, cioè cola sarebbe Rosanna, mia figlia).
Alle 10 di sera meno qualcosa è tornata la zoccola, io groffolavo già da 8 ore almeno, ha acceso la luce e mi ha detto "Papà, che cazzo fai nella mia stanza a quest'ora?"
In quel momento ho aperto gli occhi, ho sputato nel maccaturo e gli ho detto: "Io che cazzo faccio!!!!??? A tu???
Pottana, guarda che quell'altra ciafarca di tua madre me l'ha detto che "seincinda"... E adesso come la mettiamo?".
Lei mi ha detto una cosa tipo faccio che voglio sono maggiorenne e vaccinata (con una siringa di carne s'è fatta il vaccino, ho penzato), mi sono alzato, ho preso i libri suoi e le foto di lei col zito e cogli amici (disgraziati) e ho acceso una specie di frustilutata davanti casa.
Erano le 8.
Marisa piangeva come una creatura.
Io sono andato al bar.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

"QUANDO ANGIOLINA ERA ANCORA una PRINCIPESSA si mingeva tutti nei lavandini "

Racconti come "il diario di vito" mi riportano indietro nel tempo:anche 10 anni fa ad avigliano nn c'era un cazzo da fare.ma solo per i poveri di spirito.l'impegno riposto nel cazzeggio ci nobilitava.dire che il "semplice trastullarsi" fosse divertente è limitante ,ricordarlo come una via di fuga: inopportuno.nn si doveva scappare da nulla.sembrava di lavorare in un ufficio senza capi ,senza ruoli definiti,senza scrivanie,senza finestre.
==momento poetico_==
LA FINESTRA SUL PIANO
la grata
velata di fumo sublimava l'esterno.
intorno
la gente
ci offriva agli occhi
la testa e le spalle.
**fine**
addentare un panino,sorseggiare un caffè,scolarsi vini che valgono meno di una tendina rubata nel postale.TUttavia delle gerachie c'erano:si disponeva di degni inservienti che,rapidi, provvedevano a soddisfare estemporanei capricci etilico-alimentari.
ricordo che il piu' simpatico ,a buon ragione,manifestava forti velleità di potere.Altri avevano bisogno di punti in graduatoria per essere regolarmente assunti... o sbattuti fuori regolarmente.
estratti da "genovese e il mito della caverna "Z.RENATO sellerio1998 "Sotto e la prospettiva del casotto" B BRattiBrutti cittieditore1977
CARNA IVANON

Anonimo ha detto...

Sono quasi commosso al punto che (se fosse aperto a quest'ora) andrei da vito basta così (e/o serve altro) a comprare una mozzarella e mangiarla con le mani.
ti amo per questo, lo sai.
carnazza