venerdì 27 giugno 2008

Vita Universitaria Potentina - Parte Prima - "La festa"

"Vieni all'università, stasera c'è una festa"
"Pronti !!!"
Arrivo felice, compagnia solita (leggasi "Balvano Romagnano") meno qualcuno.
C'è un concertino inascoltabile perchè i corridoi non sono fatti per il rock 'n roll, quindi abbiamo la scusa pronta per dimostrare il nostro "attaccamento al bancone".
La birra solita allungata ha prezzi incerti ma subito un paio dei nostri dimostrano ai barman che non possono "rubare a casa dei ladri" e quindi godiamo appieno.
Nel mentre scopro che la convinzione che le facoltà scientifiche siano semiprive di utenza femminile è tutt'altro che veritiera.
Qualcuno va a fare due "zompi", noi andiamo a guardare "la gente che affoga nell'unica sala, la discoteca" come diceva il Blasco (ultimamente cito sempre lui perchè "siamo solo noi").
Momento Clou:
"Uagliù, teng 5 litr r mier ra cunzumà"
("Gioventù, ho cinque litri di vino da consumare")

Panico generale, chi va subito via forse perchè "tiene famiglia", qualcun altro vorrebbe ma non può, c'è chi deve aprire la biblioteca, chi lavora, chi guarda le spagnole e chi invece incita il popolo all'alcolismo.
Sembrava la festa si dovesse spostare interamente a casa del prodigo giovinotto carico di Aglianico.
Spagnoli in festa compresi.
.................................................................
Cinque minuti dopo siamo rimasti in tre.
Ma abbiamo optato per i cinque litri comunque.
Ci mettiamo in macchina, arriviamo a destinazione e il motto della compagnia è "Maronna a quanda scàl" (tre rampe scarse).
Ci sediamo in gran tranquillità, il padrone fa gli onori di casa cucinando un bel piattazzo di maccheroni al sugo che alle 3 del mattino sono di gran lunga superiori a qualsivoglia porcheria da bar (leggasi cornetti, cappuccini, brioches, caffè e sambuche).
La "base" per "appoggiare" il vino è pronta e noi iniziamo senza meno il nostro rituale.
Nel mentre, dopo 4 o 5 bicchieri, arriva il "quarto elemento" ovvero il coinquilino mancante all'appello e insieme si decide di andare tutti a prendere aria.
Arrivo al Parco Montereale, subito troviamo un Super Santos bucato e iniziamo la nostra partitella quattro contro il cancello (senza portiere la media tiri-gol riscontrata è 10-3) dimostrando grandi capacità balistiche e tecniche ma soprattutto grande fantasia...
Ci rimettiamo in macchina cercando un localino aperto per socializzare, questo localino ci costa due rampe di scale al suono di "uff" e "ohimmè" ogni gradino, rischiamo di cadere salendo le scale, zompettando scendiamo stanchi come cani bastardi bastonati sotto un torrido sole d'agosto ('ngul e che metafora!) e ci rituffiamo in auto.
Arriviamo sotto casa, parcheggio in salita, i dieci passi che separano la macchina dal portone mi ricordano di quando mio nonno mi raccontava il suo rientro a piedi dalla Russia considerando che il nostro passo trascinato, stanco e ricco di lamenti è degno di un doloroso rientro dal fronte... "Mezz'assonnati, un po' bevuti e stanchi, chi bestemmiava e chi cantava in coro" (Da "Il toro" trad. toscana) guardiamo i quattro gradoni che conducono alla porta della salvezza (il portone del palazzo) e sono altissimi, ce la facciamo, ci scarichiamo in ascensore come vacche indù in crisi mistica, entriamo in casa, franiamo su divani e sedie, un altro mezzo bicchiere scarso e a nanna.
...continua...

P.S.: dato che la temperatura era bollente, dedico alla ciurma un bel brano del Pino Daniele che fu.
"Che Calore"

1 commento:

Anonimo ha detto...

"e insieme si decide di andare tutti a prendere aria"